Perugia, 10 giugno 2008
Stamattina i consultori perugini di Madonna Alta e di via
XIV settembre, sulla scia della campagna d’informazione lanciata dalle ragazze dell’Atelier
Betty di Bologna, sono stati "adottati" da gruppi di pupotte ribelli che denunciano lo stato critico dei consultori cittadini e quindi dei servizi offerti alle donne del territorio perugino:
Mancano ecografi ed ecografe, le ostetriche a domicilio, manca la tempestività
nella dolorosa effettuazione della igv, vista l’alta concentrazione di
obbiettori, si stima attualmente un 80% in Umbria, e la possibilità di
effettuare la mammografia. E se il pap test funziona lo spazio dedicato
ai giovani è risicato, solo al Consultorio di via XIV settembre il
martedì dalle 15 alle 18.
Carenti e praticamente assenti le campagne d’informazione e preparazione alla menopausa e la possibilità di
consulti. La tendenza imperante è quella della medicalizzazione,
pratica spesso inadeguata e controproducente ma a basso costo.
Sessualità e contraccezione sono trattati superficialmente dalle
scuole e scarsamente dai Consultori, come se questi aspetti non fossero
centrali per la crescita di ogni individuo uomo o donna che sia.
Per il
disagio psicologico, infine, esiste una sola psicologa per tutti i
consultori di Perugia.
Inoltre ad aggravare la situazione dei consultori perugini come quelli di tutta Italia, che per legge dovrebbero
offrire servizi di mediazione familiare, di consulenza legale e sui
percorsi adottivi, e proporre misure per contrastare la violenza sulle
donne, la latitanza dello stato laico: una mozione recentemente approvata dal Consiglio Comunale di
Perugia, su proposta di Consiglieri del Pd, ha aperto le porte ad
Associazioni di volontariato di matrice religiosa.
Per l’autodeterminazione delle donne: ADOTTIAMO UN CONSULTORIO!