Roma 21 nov 09 Take back the night!

 
Dopo anni di politiche sempre più restrittive per la libertà di tutti
ma soprattutto di tutte, abbiamo pensato di dover ribadire cosa vuol
dire sicurezza per noi
. Nell´immaginario comune, la notte è sempre
stata associata all’insicurezza, alla violenza, alla paura e col tempo
noi stesse abbiamo imparato a introiettare l´idea del pericolo del
mondo esterno.

Con i /loro/ mezzi di comunicazione assordanti vogliono inculcarci
l´idea del terrore della vita che troviamo fuori dalla casa (italiana).
Una casa che non dovremmo mai lasciare perché sinonimo di protezione e
sicurezza. Ma noi non ci caschiamo. Non ci rinchiuderanno nella
prigione delle mura domestiche per far godere l´uomo padr(on)e e
marito, che cerca di approfondire sempre più il senso di controllo sul
corpo e sulla libertà delle donne.

Non presteremo i nostri corpi per
giustificare le politiche sicuritarie e razziste di questo paese ormai
alla frutta.

*E tra l´affanno dei giornali e dei politici preoccupati, anche noi vogliamo dire la nostra.*

*Invitiamo donne, puttane, trans, migranti e rom, lesbiche, gruppi e collettivi femministi a partecipare alla manifestazione del 21 novembre, con partenza alle 18.30 da Pzza Vittorio. [ROMA]*

Per info e per conoscere gli altri appuntamenti di preparazione:
Take Back The Night

x info: takebackthenight(at)grrlz.net 

 


Siamo pronte a uscire nelle strade e a dirlo a ridosso del 25 novembre,
giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Poiché la sicurezza
non viene da un maggior numero di telecamere, né dall´emarginazione,
incarcerazione ed espulsione degli immigrati (e delle immigrate), ma
dalla nostra stessa libertà e autodeterminazione dentro e fuori le mura
domestiche.

Vogliamo vivere le nostre strade anche di notte e vogliamo che sia
questo a farci sentire sicure. Vogliamo non sentirci mai da sole.
Vogliamo dire questo da donne alle donne, alle lesbiche, alle trans,
perché non è sicurezza una città militarizzata, non è sicurezza una
città fatta di ronde e lame, perché la nostra arma è la solidarietà.

Questa crisi tanto temuta e così poco ammessa viene sfruttata, come è
sempre stato, per restringere le libertà acquisite in anni di lotte. In
tempo di crisi le classi dirigenti tentano in ogni modo di minare alla
base i diritti umani più elementari: prove ne sono i respingimenti in
mare dei migranti, come quelli delle donne nelle case, la negazione del
diritto al dissenso attraverso censura mediatica e divieto di
manifestazione,la distruzione della scuola pubblica, la
criminalizzazione e la svalutazione delle donne su tutti i fronti,
specie in campo lavorativo. Infatti precarietà o pratica delle
dimissioni in bianco restano principalmente problemi femminili,
impedendo alle donne, che vogliano sfuggire a situazioni di violenza
infamiglia, di farlo.Nessuno si chiede perché i famosi assenteisti di
Brunetta fossero in maggioranza donne, dato che sulle donne ricade
tutto il peso di un/welfare/ sempre meno efficiente.

Tutto questo accade mentre la Chiesa continua a proporre un modello
familiare in cui la donna conservi il ruolo di incubatrice e balia,
mentre la società diventa sempre più fascista, ribadendo, tra gli
altri, il vecchio schema della donna o santa o puttana. Così la
violenza è palese solo quando a compierla è il tossico, l’immigrato o
il rom e si arriva a giustificarel´ubriachezza dei "bravi ragazzi", che
agiscono per soddisfare bisogni dovuti, mentre lo stesso comportamento
rende la donna un´incosciente che "se l´è cercata".

Ma in tutti questi casi non si indaga la violenza alle radici, la
giustificazione è sempre la devianza, mentre noi sappiamo bene che la
violenza è diffusa e propagandata dai media e dalla cultura.

Si sistematizza una violenza più subdola, in un paese in cui escort e
prostitute sono messe alla berlina, umiliando e denigrando la donna
attraverso comportamenti di certi personaggi politici che vengono
imposti come modello vincente.

Informazioni su liberetutte

Il Collettivo Femminista Sommosse Perugia nasce nel febbraio 2008 da un gruppo di donne e lesbiche che sentono sulla propria pelle la stretta familista clericale e sessista dell'ultima Italia. E' una storia di R-esistenze individuali e condivise alla violenza sistemica, verso la liberazione dei corpi e del desiderio!
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