Gli ultimi dati Istat ricavati nell’ambito dell’Indagine multiscopo sulla “Sicurezza dei cittadini” effettuata nel 2008-2009 rilevano che la metà delle donne italiane tra i 14 ed i 65 anni ha subito nell’arco della vita almeno una molestia sessuale. Più di 10 mln, equivalente al 51,8% delle donne, ha subito molestie fisiche, molestie verbali, telefonate oscene, pedinamenti e ricatti sessuali nell’ambito lavorativo.
Le più esposte sono le donne che abitano nei centri delle aree metropolitane (64,9%) e nei comuni periferici delle stesse (58%).
Le probabilità di subire una molestia è doppia rispetto alla media per le ragazze tra i 14 ed i 24 anni (38,6%), specie se laureate o diplomate, seguite dalle 25-34enni (29,5%): le donne con il tasso di vittimizzazione più basso hanno infatti la licenza elementare.
Frequentissimi sono i ricatti sessuali per carriera e quelli per assunzione: ripetuti quotidianamente o più volte alla settimana, nell’ 81,7% dei casi la vittima non racconta la richiesta di disponibilità ai colleghi, né tantomeno alle forze dell’ordine. Si preferisce, infatti, celare l’esperienza dietro la falsa motivazione della scarsa gravità dell’episodio (28,4%); dicendo di essersela cavata da sole o con l’aiuto di familiari (23,9%); mostrando sfiducia nelle forze dell’ordine, spesso impossibilitate nell’agire (20,4%); nascondendosi dietro la paura di esser giudicate o trattate male al momento della denuncia (15,1%).
Tra le donne vessate che hanno risposto al quesito, il 57,2 % ha volontariamente cambiato lavoro o ha rinunciato alla carriera, il 2,5% è stata licenziata, il 3,3% ha continuato a lavorare nello stesso posto come se niente fosse, il 2,7% si è messa in malattia, mentre nel 3,8% dei casi non vi sono stati cambiamenti di sorta.
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