Giù le mani dal corpo delle donne!

 

foto di stefano dottori

 

 

Stamattina 16 febbraio 2008 dalle ore 10.30 un
presidio davanti al Policlinico perugino Silvestrini (Santa Maria della
Misericordia) ha voluto denunciare il pesante clima di intimidazione che nel
nostro paese sta montando contro i diritti delle donne
. Lo testimonia quanto
avvenuto nella serata dell’11 febbraio scorso quando alcuni agenti della
Polizia hanno fatto irruzione nel reparto IVG del II Policlinico di Napoli,
senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di “feticidio”. La
donna oggetto di tale violenza persecutoria in realtà si era sottoposta ad un
regolare aborto terapeutico effettuato nel rispetto della legge 194/78.

 

Le scellerate dichiarazioni degli
antiaboristi
in queste ultime settimane rendono ancora più evidente il potere
che la classe medica e il poter politico istituzionale, in sintonia col diktat
fondamentalista cattolico, possono esercitare sulla sfera della riproduzione.
In particolare la “classe medica” utilizza strumentalmente l’articolo 9 della
Legge 194
(che prevede per il personale sanitario la possibilità dell’obiezione
di coscienza, contemplata unicamente rispetto all’interruzione di gravidanza)
in quanto strumento di potere e di controllo sul corpo delle donne, lasciando
inoltre ampia agibilità politica negli ospedali agli integralisti cattolici del
“Movimento per la vita”.

Se la legge sull’interruzione di
gravidanza (ancora) esiste, è di fatto l’accesso a questo diritto che viene
minato
: anche in Umbria oggi abortire è diventato sempre più difficile,
l’arroganza degli obiettori è immensa e nei reparti il personale che non vuole
adeguarsi al diktat dei primari obiettori ha vita dura. Chi si adegua ha una
strada privilegiata per far carriera; chi invece non obietta è costretta/o a
impiegare la maggior parte del proprio tempo lavorativo a praticare aborti per
sopperire alla scarsità del personale non obiettore.

 

Ancora una volta il corpo delle
donne è reso oggetto di attacchi ripetuti e collegati tra loro. Pensiamo alla
vergognosa Legge 40 sulla fecondazione assistita che ha comportato un
ribaltamento di prospettiva: si sancisce l’esistenza di diritti  di un insieme di cellule embrionali, mentre
si calpestano i diritti delle donne e la loro scelta per una maternità
consapevole.

 

Negare l’autodeterminazione delle
donne e imporre modelli familisti e patriarcali è di interesse strategico per
il potere biopolitico. Le politiche neoliberiste hanno infatti deliberatamente
optato per la progressiva sostituzione del welfare con tali modelli familisti e politiche securtarie. I
corpi produttivi devono per questo essere disciplinati all’interno di una
normatività tradizionale e patriarcale e dentro una rigida moralità
eterosessuale; il controllo biopolitico tende ad uniformare gli stili di vita e
a reprimere i soggetti non conformi.

 

L’alleanza strategica tra
politica istituzionale, élite medica e Vaticano, la cui ingerenza sulla sfera
pubblica si fa sempre più arrogante, rappresenta di fatto una dichiarazione di
guerra agli elementari diritti di cittadinanza di tutti e tutte.

 

Per questo agli attacchi sempre
più pesanti all’autodeterminazione delle donne non si può più rispondere
semplicemente invocando la difesa della 194, bisogna mobilitarsi rivendicando
la libertà di autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita.

 

 

 

 

Informazioni su liberetutte

Il Collettivo Femminista Sommosse Perugia nasce nel febbraio 2008 da un gruppo di donne e lesbiche che sentono sulla propria pelle la stretta familista clericale e sessista dell'ultima Italia. E' una storia di R-esistenze individuali e condivise alla violenza sistemica, verso la liberazione dei corpi e del desiderio!
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