LIBERE DI AGIRE, CAPACI DI REAGIRE!

Comunicato di BellaQueer Perugia a seguito dei fatti di Ponte Valleceppi252203_442765665787092_1030368054_n


Perugia è ancora una volta sulle prime pagine di tutti i giornali, ma stavolta non si tratta di una questione di “decoro e sicurezza”, dell’allarme sociale determinato dallo spaccio e consumo di stupefacenti, si tratta di una cosiddetta questione privata, un “delitto passionale”, un “dramma della gelosia”, di una “follia omicida” che ha colpito una famiglia alla periferia della città e colpisce la comunità umbra che si stringe attorno alla giovane mamma, all’amica di lei che ha tentato di proteggerla, all’unico “vero innocente”, il bimbo di due anni. A sparare è stato l’ex compagno e padre del bimbo, un uomo perugino come tanti, un “padre esemplare” che ricopriva di cure il bambino, mentre però perseguitava con minacce di morte l’ex compagna, che “qualcosa di grosso” deve aver fatto per suscitare cotanta reazione…

Ed eccolo qui, esplicitato su tutti i giornali locali e nazionali, su articoli e commenti, il rivoltante rituale discorsivo che si consuma alle spalle dell’ennesimo episodio di violenza del genere sul nostro territorio e che esplicita con tutta la sua violenza il retroterra sessista e patriarcale entro il quale atti come questo si iscrivono con una inquietante normalità. Sì perché la violenza di genere ha la sua radice profonda nei gesti banali e ripetuti della quotidianità in cui si insegna a una bambina la docilità, ad un maschietto a farsi rispettare e a non piangere “come una femminuccia”, ad una ragazza a non portare gonne troppo corte perché poi non si deve lamentare se scatena l’istinto predatore di un uomo, ad un ragazzo a vivere la propria sessualità come un vero maschio, che un giorno dovrà fare l’uomo di casa e sarà responsabile di moglie e figli. È quella che noi chiamiamo performance di genere, una riproduzione dei ruoli sociali e relazioni asimmetriche del tutto funzionale al mantenimento di un sistema di potere politico ben definito e che ripudia ogni possibilità di eccedenza dalla norma. Una norma che condiziona i nostri atteggiamenti e le nostre vite anche se non ce ne accorgiamo, ma che andiamo riproducendo ed accettando in tutti i nostri rapporti più e meno intimi, al lavoro, a scuola, all’università, in famiglia e in coppia.

La violenza di genere non è qualcosa di episodico ed isolabile dal contesto, un atto, un gesto da cui è sufficiente prendere le distanze, ma è espressione dell’immaginario culturale in cui siamo immers* e che quotidianamente con i nostri atti confermiamo. Un sistema che contempla la divisione binaria dei generi e dei ruoli, impone la regola eterosessuale ed esclude, stigmatizzandoli, i corpi e le esistenze che in questa regola non si ritrovano: soltanto a partire dalla consapevolezza del radicamento della violenza di genere nella nostra società e dal rifiuto della complicità al sistema etero-normativo si può cominciare a ragionare su vere pratiche di contrasto al sessismo strutturale.

È per questo che come frocie, trans*, donne, precarie, migranti, rifiutiamo l’approccio emergenziale e pensiamo che l’unica vera prevenzione sia una presa di coscienza della pervasività del problema. Rifiutiamo politiche securitarie fatte sui corpi delle donne, come il DDL contro il femminicidio che oggettifica il corpo delle donne e riproduce completamente la retorica della distinzione tra sante e puttane!


In una regione che è tra le più coinvolte dal fenomeno e ha visto soltanto nel 2013 l’apertura dei primi centri antiviolenza – dove lavorano notte e giorno donne instancabili ancora come volontarie e precarie! – rifiutiamo la retorica della protezione e reclamiamo il diritto ad essere libere di esprimere la nostra soggettività, libere di scegliere e di agire!

Rivendichiamo una lotta condivisa per l’autodeterminazione, il diritto per tutt* alla casa, al reddito e alla mobilità!

BellaQueer Perugia

Informazioni su liberetutte

Il Collettivo Femminista Sommosse Perugia nasce nel febbraio 2008 da un gruppo di donne e lesbiche che sentono sulla propria pelle la stretta familista clericale e sessista dell'ultima Italia. E' una storia di R-esistenze individuali e condivise alla violenza sistemica, verso la liberazione dei corpi e del desiderio!
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