Riprendiamoci la notte, riprendiamoci la vita

foto di stefano dottori

Oggi 7 marzo 2008 come movimento di
donne autoconvocate e autorganizzate scendiamo in piazza di notte, per riprenderci
le strade, per riprenderci le piazze!

 Vogliamo rivendicare il nostro
legittimo bisogno e desiderio di vivere la città, sempre.

Vogliamo rivendicare la nostra
autodeterminazione in ogni momento e in ogni luogo, rivendicare la scelta di stili
di vita e comportamenti, affermare nuovi diritti di cittadinanza, contro la
precarietà del lavoro e per la libertà di circolazione dei corpi.

 

In una società in cui la mobilità
è diventata centrale per tutte e tutti (flussi di persone, merci, denaro e
informazione che attraversano tutto il globo), il controllo della nostra
mobilità diventa fondamentale per il potere neoliberista, che ci permette di circolare
solo fin tanto che produciamo o consumiamo.

 Ma noi rivendichiamo un altro tipo di città! Una città costruita dal
basso, dai percorsi della soggettività critica e femminista che mette in
discussione ogni luogo di potere! Una città dove ci sia posto per socialità
svincolata dal consumo, fuori dalle regole del mercato, dove la ricchezza degli
scambi e delle relazioni produca un’orizzontalità di pratiche e percorsi di
autogoverno. Dove poter circolare liberamente la notte e il giorno sia un
diritto di tutte e tuttie non un privilegio
.

Non una città che utilizza
strumentalmente le violenze sulle donne, come l’omicidio di Meredith, per
imporre politiche razziste e classiste (retate indiscriminate su migranti
clandestini, militarizzarizzazione del territorio, polizia e “certezza della
pena” invocata a più voci non solo da esponenti della destra, ma anche da rappresentanti
dei partiti della sinistra istituzionale). Non un luogo oscurato da politiche
securitarie che costruiscono e indirizzano la paura verso una presunta alterità
(sex workers, migranti, consumatori di sostanze stupefacenti, writers…) per
normare e disciplinare i comportamenti e i corpi. Non una città dove i corpi
sono continuamente monitorati, controllati dalla presenza di telecamere che
contribuiscono a rosicchiare, eliminare quello che fu uno “spazio di vita pubblico”.
E così che strumentalizzando la questione sicurezza si risponde ai bisogni
delle donne: con politiche liberticide.

Normare la vita, normare i corpi,
normare i corpi produttivi. Su questo piano biopolitico si pone lo scontro di
sesso, di razza e di classe oggi.

 E ancora una volta il corpo delle
donne, potenzialmente produttivo di vita è al centro di questo scontro. I
ripetuti attacco ai diritti delle donne riguardo a sessualità e maternità – legge
40, attacco alla 194, divieto della introduzione della Pillola abortiva RU486…-
sono parte di questo conflitto.

 Negare l’autodeterminazione delle donne ed
imporre d’autorità il modello tradizionale della famiglia eterosessuale e
patriarcale è d’interesse strategico per il potere biopolitico, che sta
sostituendo quello che rimane del vecchio welfare pubblico, con politiche
legate all’imposizione dei modelli familisti e politiche securitarie. Ed è per
questo che assistiamo oggi ad alleanza strategica tra politica istituzionale,
potere medico maschile e Vaticano, promotore quest’ultimo di un nuovo
fondamentalismo cattolico la cui ingerenza nelle scelte della nostra vita si fa
sempre più inquietantemente arrogante.

 Questa caccia alle streghe, questa vecchia
e sempre nuova alleanza, tra potere terrestre e potere “divino”, tra le
politiche neoliberiste e le forze reazionarie del Vaticano stanno lì ad
affermare che non c’è spazio per l’autodeterminazione delle donne in questo
paese, se non quello che sapranno costruire con le loro lotte e la loro
soggettività.

Politiche securitarie, famiglia patriarcale, moralità eterosessuale, controllo
degli sili di vita, insicurezza e precarietà nel lavoro: A questo ed ad altro la
soggettività delle donne, delle femministe e delle lesbiche saprà rispondere
con una dura e serrata lotta, ma anche con la forza, la creatività, la gioia
che ci viene da r/esistere.

 Ricostruiamo dalle lotte la nostra
città!!!!

 

TRA LA FESTA, IL RITO E IL SILENZIO SCEGLIAMO LA LOTTA

RIPRENDIAMOCI LA NOTTE RIPRENDIAMOCI LA VITA!

 

foto di stefano dottori

 donne autoconvocate perugia

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Informazioni su liberetutte

Il Collettivo Femminista Sommosse Perugia nasce nel febbraio 2008 da un gruppo di donne e lesbiche che sentono sulla propria pelle la stretta familista clericale e sessista dell'ultima Italia. E' una storia di R-esistenze individuali e condivise alla violenza sistemica, verso la liberazione dei corpi e del desiderio!
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