8 marzo Perugia: vogliamo tutto!

Questa mattina, otto marzo, l’assemblea femminista umbra (collettivi femministi di Perugia, Terni e Orvieto) composta in gran parte da precarie e studentesse, ha svolto un sit-in sotto la Regione Umbria. Il motivo della presenza era quello di denunciare la regione per la mancata attivazione della delibera che permette l’utilizzo della RU 486, così come succede in altre parti d’Italia. Inutile ricordare che la pillola abortiva è in Europa da tantissimi anni e che solo in Italia _ grazie alle pressioni di Vaticano e sanfedisti- è arrivata in ritardo ed è continuamente osteggiata da tutte le cricche di potere locale e nazionale, politiche mediche e cleriche.

In questa regione in particolare, dopo una prima ipotesi di un Comitato scientifico politico che si è pronunciato per un obbligatorio del day hospital coatto- che non esiste in altri paesi- del day after, ancora una volta la stessa proposta è stata bloccata da esponenti del PD Smacchi e Barberini, che propongono misure ancora più restrittive per le donne e il plauso del UCD e destra varia.

Dopo un breve presidio fuori della Regione, abbiamo deciso di entrare e fare irruzione all’interno delle sale della Regione, perché pensiamo sia nostro diritto fare sentire la nostra voce e la nostra pressione sotto e dentro i palazzi del potere dove pochi e poche continuamente decidono sulle nostre vite, sulla nostra salute, sulla nostra sessualità.

Non siamo disposte a cedere al ricatto, de “la destra è peggio” ed ingoiare continuamente scelte politiche retrive e aberranti per le tutte le donne, non ci interessano né le quote rosa, né le donne assessora. Non deleghiamo più a nessuno e a nessuna le nostre scelte, il nostro futuro.

Siamo stufe di tante belle parole, ma di pochi e niente fatti l’Umbria è una delle poche Regioni dove non esiste un Centro antiviolenza per donne, dove Ru 486 è ostacolata, dove si fanno leggi familiste (vedi quella per le famiglie) con l’occhio ideologicamente attento solo alle famiglie tradizionali, eterosessuali e autoctone.(quelle dove c’è un pater familias che magari ci riempie di botte), una regione dove la gran parte delle donne è costretta a casa o a lavori precari e senza tutela, dove si impongono politiche securitarie che servono per chiudere come un carcere la città e impedire che la nostra rabbia esploda. Noi la violenza normalmente la subiamo a casa tra le pareti domestica, e magari nelle caserme delle forze dell’ordine, dei carabinieri, da quelle stesse persone che in teoria dovrebbero “difenderci”.

La nostra unica difesa è la lotta collettiva per la libertà e l’autodeterminazione e questa lunga strada per la nostra liberazione è solo da poco iniziata.

Oggi come studentesse e precarie abbiamo ripreso la parola e continueremo a farlo, perché in questo momento di crisi economica e sociale devastante, la santa alleanza tra liberismo e fondamentalismo cattolico ancora una volta ci nega i diritti e la vita e vuole ricacciarci a casa e nei ruoli tradizionali.

Questa santa alleanza è bipartisan, è di destra e di sinistra, e ci succhia la nostra linfa vitale tutti i giorni, costringendoci ad una precarietà di lavoro e di vita, negandoci il welfare, distruggendoci il futuro.

Bene abbiamo deciso oggi di riprenderci un lungo presente, dove la nostra rabbia e determinazione costruiranno i passi per un futuro diverso dove sapremo prenderci tutto!!!!!

Que se ne vayan todos e todas

vedi la galleria delle immagini

senti l’intervista del MFLA di radioondarossa

senti i report dalle altre città


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8marzo2011_Perugia: irruzione in Regione!

L’otto marzo a Perugia: indecorose e libere!

Il presidio di Corso Vannucci indetto dall’assemblea femminista umbra si trasforma in un’inattesa invasione dell’atrio della Regione: ci siamo riprese il diritto di scegliere sui nostri corpi e sulle nostre vite, a partire da una riconquista degli spazi della città! Per parlare di autodeterminazione e libertà di scelta, di desideri bisogni sogni!

Determinate, colorate, chiassose, sfrontate: le nostre r-esistenze quotidiane passano da qui, da una rabbia che prende la forma della determinazione di andare a scomodare dentro ai palazzi del potere la placidità di chi legifera sui nostri corpi, di chi ci impone comportamenti, azioni, mistificazioni, restrizioni.

L’opposizione trasversale sulla RU486 rappresenta uno dei tanti tentativi di governare i nostri corpi attraverso l’attacco alla nostra libertà e autodeterminazione e l’imposizione di un modello di femminilità che ci dice quando diventare madri, come muoverci e divertirci, di chi avere paura e di chi fidarci. Rimandiamo al mittente le retoriche sulla sicurezza di chi ci rende ogni giorno più precarie: pretendiamo mobilità, reddito, diritti!

 

Comunicato Stampa dell’Assemblea Femminista Umbra:

L’ASSEMBLEA FEMMINISTA UMBRA (Le De’genere-Terni; Sommosse-Perugia; Civiltà Laica-Terni; L’Albero di Antonia-Orvieto) oggi, 8 Marzo ha realizzato un presidio di DONNE sotto la sede della REGIONE UMBRIA, in Corso Vannucci, per pretendere la delibera sul Day Hospital come unica modalità di somministrazione della pillola abortiva RU486.

In Italia le restrizioni sono molteplici: l’assunzione è possibile solo entro la 7° settimana (l’aborto chirurgico è legale sino alla 12°!) mentre in Europa, dove è utilizzata da oltre 20 anni, viene prescritta entro la 12° settimana dal medico di base, senza passare per l’ospedale; l’imposizione dei 3 giorni di ricovero ordinario come unica modalità di applicazione; la forte presenza dei medici obiettori e dei movimenti per la vita che ostacolano la piena applicazione della legge 194.

In Umbria continuano i balletti politici per ritardarne la somministrazione. La Regione non ha ancora deliberato il protocollo applicativo, nonostante un “Comitato tecnico-scientifico” si sia già espresso per il Day Hospital. Il libero accesso alla pillola abortiva e’ di fatto ostacolato per fini politici, attraverso un’opportunistica (=elettorale) obbedienza ai diktat del Vaticano.

Durante il presidio è stata fatta massiccia controinformazione con la diffusione di materiale, opuscoli e volantini.

Le donne dell’Assemblea hanno poi occupato l’atrio della Regione, pretendendo un incontro immediato con la Presidente Catiuscia Marini, per consegnarle personalmente la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della delibera applicativa per il Day Hospital.

Dopo insistenti pressioni e non accontentandosi di parlare con il Sottosegretario alle Politiche di Genere, Strona e la Funzionaria dell’Ufficio delle Politiche di Genere, Massarelli, l’Assemblea Femminista ha atteso che la Marini concludesse i suoi impegni per motivarle la presenza del presidio e le richieste specifiche.

Durante l’incontro la Presidente ha riferito che: la delibera non è all’ordine del giorno del prossimo Consiglio, ma che entro marzo si procederà alla pronuncia sul protocollo in base al parere dei medici.

L’Assemblea ha infine ottenuto un incontro in Regione con la Marini e la Massarelli per il giorno 15 marzo, per discutere le proposte avanzate nel corso di questa mattinata.

De’genere- Terni, Sommosse-Perugia, L’albero di Antonia-Orvieto, Civiltà Laica-Terni

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Roma_Workshop di Bondage_17/03/11

a cura di Ladyfest Roma & DOLCISSIMABASTARDA

1° incontro giovedì 17 marzo h 21
@ Hulahoop Club :: via F. de Magistris 91/93 Pigneto
sottoscrizione 5 euro + 2 euro tessera Enal

La rete LadyFest Roma, promotrice del “do it yourself”, in attesa della
LadyFest 2011 prevista per il 16-18 settembre, presenta un workshop di
Bondage a cura di DolcissimaBastarda, bondager & rope artist, per
addentrarci tra corde e nodi in legami nuovi con noi stess+ e l’altr+.
La serata è aperta a chiunque abbia curiosità pratiche e/o teoriche:
non è obbligatorio utilizzare le corde, ma è possibile anche solo
guardare, consultare i testi a disposizione e sicuramente socializzare!

Il workshop è articolato in quattro incontri a cadenza mensile a
partire da giovedì 17 marzo che si svolgeranno presso l’Hulahoop Club.
Le tecniche di bondage verranno illustrate attraverso l’esecuzione da
parte di DolcissimaBastarda sulla propria modella.
Ogni passo verrà eseguito e spiegato dettagliatamente. Chi partecipa
potrà provare a eseguire le stesse legature.
Per una migliore comprensione il suggerimento è di legare e di farsi
legare, così da sperimentare entrambe le situazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’otto m’arzo e m’arivorto!

Contro gli ostracismi della Regione Umbria all’utilizzo della RU486 come libera scelta delle donne in alternativa all’aborto chirurgico, contro la pesantissima presenza di obiettori di coscienza nei nostri ospedali che limita di fatto la piena applicazione della L194, contro una costante precarizzazione delle nostre vite, per un potenziamento dei Consultori che invece vedono minacciata la loro funzione fondamentale al fianco delle donne, perché nessuno ci debba più dire quando e se diventare madri, come ci dobbiamo muovere e divertire, per una vita libera dalla “sicurezza” del controllo e delle recinzioni, per una sicurezza fatta di reddito diritti felicità: L’OTTO M’ARZO E M’ARIVORTO!

Presidio martedì 8 marzo h.10 davanti la Regione Umbria (corso vannucci 96 Perugia) rumorose, colorate, scomposte, sfrontate, INDECOROSE E LIBERE!

RU486 LIBERE DI SCEGLIERE!
A distanza di più di trent’anni dalla vittoria del referendum che nel 1978 portò alla Legge 194 e sancì il diritto all’interruzione di gravidanza, come donne denunciamo l’attacco a questo diritto e ribadiamo che sul nostro corpo decidiamo noi e nessun altro!

L’8 Marzo organizziamo una giornata di lotta delle donne con una manifestazione sotto la sede della Regione Umbria, per ottenere l’uso della pillola abortiva RU486 senza ipocrite e pesanti limitazioni e come libera scelta alternativa all’aborto chirurgico. Infatti se il diritto all’interruzione di gravidanza è garantito dalle legge 194, dal referendum e dalle lotte delle donne, la sua realizzazione è sempre più ardua, quasi un “calvario” psicologico di espiazione e punizione con inaccettabili ed indecenti ostacoli burocratici, di matrice politica e clericale.
Negli ospedali pubblici l’opportunista presenza di “obiettori” e “obiettrici” impedisce a molte di scegliere liberamente e rafforza l’atteggiamento criminalizzante rispetto alla scelta di abortire, basti pensare che prima dell’interruzione di gravidanza si aspetta nel reparto maternità!
Oggi in tutta Europa le donne possono scegliere un intervento meno invasivo rispetto all’aborto chirurgico utilizzando la pillola abortiva RU486. In Italia questo non è possibile o è molto difficile. La pillola RU486 è stata bloccata per anni per le pressioni clericali, ora mille vincoli e ostacoli “burocratici” si frappongono al suo uso. In Europa la pillola abortiva viene prescritta dal medico di base e il termine per l’assunzione è fissato dalla 9° alla 24° settimana.
In Italia sugli aspetti etici sembra esserci una “dittatura” vaticana, con l’appoggio di obbedienti e devoti politici di centro, destra e sinistra, alla faccia della laicità dello stato. Infatti l’assunzione della RU486 è possibile solo entro la 7° settimana (mentre l’aborto è legale sino alla 12°!) e, in molte regioni, solo con un ricovero ordinario di 3 giorni! Di fatto quindi non c’è un accesso libero alla RU486 nonostante il Consiglio Superiore di Sanità non abbia mai affermato che la pillola rappresenti un reale rischio per la vita della donna, né abbia mai obbligato le Regioni a deliberare per il regime di ricovero ordinario.
In Umbria continuano i balletti politici per ritardare la somministrazione e porre barriere burocratiche e formali per impedirne la diffusione. La Regione nel 2010 ha incaricato un “Comitato tecnico-scientifico”, formato da ginecologi e medici, della stesura del protocollo applicativo, che è stato presentato il 26 Luglio 2010 e che si è espresso per il day hospital. Dopo la presa d’atto della Regione due consiglieri della maggioranza, Smacchi e Barberini (PD), con il plauso dell’UDC, si sono opposti e hanno bloccato il regime di day hospital proponendo un ulteriore peggioramento: un anno di “sperimentazione” (sono oltre 20 anni che la RU si usa in Francia!) con tre giorni di ricovero ordinario obbligatorio!
E’ un ulteriore uso politico del corpo delle donne! Il “pio” presidente del Consiglio regionale Brega, nella peggiore tradizione dei movimenti per la “vita”,  ha affermato che «occorre evitare la banalizzazione di una questione estremamente delicata: assumere la pillola abortiva non è come prendere una pastiglia per il mal di testa, non si può correre il rischio di favorire un ricorso superficiale alla stessa».

E la delibera? Ancora non esiste e regna sovrano il caos: le ASL più sensibili applicano la somministrazione grazie all’autonomia ma vengono puntualmente redarguite dalle pressioni dei movimenti cattolici e sono costrette a procedere al ricovero ordinario di tre giorni per via di direttive-minacce superiori.
E le donne? Noi riaffermiamo che la nostra libertà di scelta non è negoziabile né emendabile e manifestiamo la nostra rabbia ribadendo il nostro diritto di scegliere la possibilità di abortire tramite RU486.
Respingiamo con forza ogni attacco alla nostra autodeterminazione e pretendiamo libertà di scelta, servizi sociali, reddito e diritti!

MARTEDì 8 MARZO h.10
Presidio sotto la Regione Umbria
Perugia Corso Vannucci

Assemblea Femminista Umbra

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01marzo2011_sciopero de* stranier*

DA LONDRA AD ATENE, DA BRESCIA A TRIPOLI

DA ROMA AL CAIRO, DA ROSARNO A TUNISI

TRASFORMIAMO LA NOSTRA RABBIA IN LOTTA E CI RIPRENDIAMO IL PRESENTE. ADESSO!!!

PER RIVENDICARE DIRITTI PER TUTTE E TUTTI E COSTRUIRE UNA NUOVA CITTADINANZA FATTA DI LIBERTà DI SCELTA E AUTODETERMINAZIONE!

DOMANI H 17 MANIFESTAZIONE p.zza IV NOVEMBRE PERUGIA!!

 

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7 marzo_Seminario sulla città a giurisprudenza

Nell’ambito del ciclo di seminari sui Beni Comuni organizzato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia dalla Prof. Maria Rosaria Marella:

Lunedì 7 marzo h16 AULA 3 Giurisprudenza Spazio urbano

Ombre del comune: l’urbano tra produzione collettiva e spossessamento, Agostino Petrillo (Politecnico di Milano)
Sicurezza e bonum commune: la città medievale, Ferdinando Treggiari (Università di Perugia)
Safety or security? Quale genere di sicurezza per la mia città, video-ricerca realizzata da Collettivo femminista Sommosse Pg/Ass. Tana Liberetutte

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Oltre il 13 febbraio. L’ Egitto è vicino

C’è un’aria nuova, da molti mesi oramai, abbiamo sentito il suo calore con le grandi manifestazioni di piazza e di conflitto di student* e precar*, e ancora arriva e soffia prepotentemente dal maghreb e dal mediterraneo, da luoghi da tempo congelati nell‘immaginario “occidentale” – attraverso lo sguardo coloniale e razzista – come spazi legati ad una inamovibile e “arretrata cultura” refrattaria al cambiamento sociale. E’ la stessa aria che denuncia i costi di una devastante crisi sociale ed economica, ma parla il linguaggio appassionato dell’indignazione per un sistema sociale complessivamente iniquo.

In questo clima l’appello (razzista, ancorchè moralista), lanciato alle “italiane” da alcune donne del centro-sinistra e sostenuto dai loro media di riferimento come Repubblica, di scendere in strada contro il sultano papi Berlusconi non poteva cadere nel vuoto.

E la piazza non si è fatta pregare: una presenza moltitudinaria di donne ha riempito oltre 250 piazze del paese, un milione di donne in una giornata ricca non solo numericamente, ma anche per l’ eccedenza soggettiva che ha espresso.

Certo in piazza -oltre ad uno strumentale e propagandistico ceto politico- c’erano tante donne di tante età con voci e idee dissonanti, contraddittorie, confuse (a volte retrive): eppure è forse ancora una volta il caso di pensare: grande confusione sotto il cielo, la situazione si preannuncia ottima !

D’altra parte un solco è stato tracciato. Come un virus informatico ha attaccato il web- il grande strumento capace nelle lotte contemporanee di produrre informazione e nuove forme metaorganizzative- contagiando discussioni su fb, forum, mailing list, blog.

E’una riga sinuosa, allegra, chiassosa, colorata di rosso. E’fatta di molteplici corpi indocili che hanno attraversato, contaminato, oltrepassato e tracciato i nuovi confini della stessa manifestazione.

Le donne che l‘hanno animata, e soprattutto le giovani, le studentesse e le precarie – la nuova generazione in aperto conflitto con l’esistente- hanno fatto la differenza.

Le loro molteplici voci hanno denunciato le precarie condizioni materiali di esistenza, l’assenza di reddito e di prospettive per il futuro; lo smantellamento del welfare (nidi, scuole, consultori); le condizioni di non vita delle donne nei CIE; l’alleanza tra neoliberismo -che taglia e privatizza, e che di fatto impone un welfare familistico a carico delle donne- e il fondamentalismo cattolico, con i suoi modelli di vita liberticidi e la famiglia patriarcale eterosessista come norma.

Ma le donne non si sono limitate alla denuncia della violenza di un sistema: esse hanno come sempre fatto un passo oltre riaffermando il principio di libertà che passa attraverso l’autodeterminazione dei corpi e delle vite.

Non vogliamo né la difesa di uno status quo ante, né una sua ipocrita riforma: noi vogliamo tutto. E vogliamo tutto è uno degli slogan che si riaccendono di nuova vita nei contemporanei blog femministi.

Gli ombrelli rossi – simbolo dei diritti civili delle prostitute – sono stati un po’ dappertutto l’icona di questa nuova cartografia del desiderio.

Un desiderio animato da nuovo reticolo di una soggettività molteplice e differente, – composto da sex workers, trans, lesbiche, e tanto altro di non conforme- e che si prodotto per autopoiesi a partire dalla indispensabile critica al femminismo benpensante, normativo e puritano, eterosessuale ed eurocentrico.

Il movimento che lo nutre è fatto di una miriade di progetti femministi in divenire tesi a smantellare le strutture del dominio e i dispositivi politici che producono le stesse differenze di classe, di razza, di genere e di sessualità.

L’agenda politica della odierna lotta al patriarcato riparte da qui, da questa festa in rosso. Dalla capacità di coniugare la lotta alla precarietà alla molteplicità e irriducibilità delle differenze soggettive che irrompono nella scena contemporanea conflitto; dalla capacità stessa di mettere in discussione il genere come fonte dicotomica di costruzione di un biopotere normativo; dalla messa in scena di forme di cooperazione che sappiano riappropriarsi del comune e contemporanamente produrre dentro il comune nuovi immaginari e nuove pratiche per i corpi e per le vite.

Siamo tutte egiziane, gridavano le donne che rompendo divieti e confini entravano in piazza Montecitorio.

L’Egitto è vicino, prepariamoci.

Pris

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Rho_19 feb TRANS-GENERI laboratorio sul genere

19 Febbario 2011 s.o.s. Fornace RHO (MI)
LABORATORIO TRANS-GENERI
Una giornata di confronto, approfondimento sulle questioni di genere

La giornata del 19 Febbraio si inserisce all’interno di un percorso nato dalla collaborazione di diversi soggetti e realtà nazionali che si occupano di questioni di genere e che in occasione della May Day 2010 ha portato alla realizzazione della campagna comunicativa “RIgeneriamo”, pensata come uno strumento di sovversione dei modelli culturali che alimentano la violenza di genere (www.rigeneriamo.net)
L’obbiettivo è sviluppare un confronto tra le riflessioni nate in territori e contesti differenti per decostruire gli immaginari dominanti, crearne e diffonderne di nuovi nei quali ognuno possa riconoscersi.
La giornata si articolerà in 4 workshop in cui verrano toccati i temi della comunicazione, della femminilizzazione del lavoro, dell’autoformazione e della post pornografia.
Parteciperanno alla giornata
Frangette estreme(BO)-fornace DEgenere(Rho)-Fuxia Block(PD)-gruppoG corsari(MI)-ribellule(Roma)-
San Precario-Serpica Naro(MI)-Sexi shock(BO)-Smaschieramenti(BO)-Singol*

PROGRAMMA
h 10:00-Metodi di comunicazione in contesti di massa. Strategie,strumenti e linguaggi
h 15:00-“Welfare dei desideri”: qual è il tuo?
h 15:00-Auto ri gener azioni. Percorsi a confronto in un ottica autoformativa
h 18:00-La rappresentazione del desiderio. Dalla pornografia alla postpornografia.
a seguire
proiezioni e djset by RIC BONELLO

s.o.s. Fornace,Via Moscova 5 Rho( MI)

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SuonoSoloHipHop Antisessista/Antirazzista/Antiomofobo

VENERDì 18 FEBBRAIO @ CSOA EX MATTATOIO

SUONOSOLOHIPHOP_ laboratorio hip-hop antisessista antirazzista antiomofobo

h. 21 inizio laboratorio

h.23 inizio live Catania Faya Crew + Urban Being Crew_ Live&Lab

a seguire Dj set_HipHop selecta,breakBeat,Drum’n’B

Il progetto SuonoSoloHipHop, nasce con l’idea di concentrare in un unico contenitore gli aspetti che per noi identificano la sfera rap/hiphop. Aspetti che si distaccano totalmente però dal concetto e dai contenuti che l’hiphop commerciale riversa attraverso i media e le radio.
Il messaggio, su cui a nostro parere è fondamentale soffermarsi è quello di una musica di impatto sociale rispetto ai temi che vanno dall’antirazzismo, antisessismo, antifascismo, antixenofobia, precariato.
Per noi e per chi vi collabora,un progetto del genere si lega necessariamente a tutto quello che riguarda anche un comunicazione urbana di rottura,che riesca attraverso la musica rap/hiphop a far emergere quei contenuti istintivi, reali e di lotta che tutti i giorni chi studia forme alternative di comunicazione sociale cerca di esplicitare all’esterno.
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Roma 13 febbraio: indecorose e libere!

http://www.youtube.com/watch?v=LojxBYa3Vbo&feature=player_embedded

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